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EVENTI In Olio Veritas – IV Edizione

Si è svolta domenica 6 ottobre presso il Country Club di Molfetta la IV edizione di “In olio veritas”, appuntamento di degustazione e formazione, promosso dall’azienda agricola Ciccolella. Quest’anno un’attenzione particolare è stata rivolta all’importanza dell’olio nei ristoranti.

Per l’occasione sono intervenuti: la prof.ssa Maria Lisa Clodoveo (docente di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università degli Studi di Bari), Fabiana De Nicola (sommelier e assaggiatore di olio e ideatrice del blog “Olisseum”), Chef Emanuele Natalizio (proprietario del ristorante “Il Patriarca”, premiato per la migliore carta dell’olio), il prof. Giacomo Giancaspro (docente presso l’I.P.S.S.A.R. di Molfetta) e Selena Pelligrini (Marketing Director esperta di Made in Italy all’estero).

Ogni azienda, come ognuno di noi, ha una storia da raccontare. Soprattutto quando decide di darsi una nuova identità. L’azienda agricola Ciccolella, avviata dal nonno di Giuseppe, è una storia di evoluzioni e cambiamenti: ortaggi, rose, ortensie e olio. È una storia di scelte e sfide. A marzo di quest’anno è iniziata la costruzione del frantoio, fatto realizzare volutamente tra gli ulivi e con una sala degustazione. L’augurio è di terminare tutto il progetto entro fine anno, così da iniziare una fase nuova; nel frattempo l’azienda ha pensato ad un restyling del logo e del pay-off.

«L’olio è un elemento sociale, non può stare da solo», ha affermato la prof.ssa Clodoveo che vede nell’olio il connubio tra edonismo e salute. L’Italia è un Paese fortemente connotato da biodiversità, con più di 500 cultivar e questo consente di avviare viaggi emozionali, perché l’olio stimola ricordi e percezioni sensoriali di vario tipo che ci conducono al piacere e favoriscono la buona salute.

Fabiana De Nicola ha condotto un’indagine a Roma in un circolo culturale fra 50 uomini e 50 donne tra i 27 e i 67 anni, per cogliere le sinestesie dell’olio che, nell’immaginario comune, è legato anzitutto al paesaggio, alla dieta mediterranea, alla tavola, al condimento e alla combinazione con i cibi. In generale, oggi abbiamo una buona considerazione dell’olio come elemento integrante della dieta mediterranea, e tutto sommato, abbiamo consapevolezza delle proprietà organolettiche dell’olio. Tuttavia, negli anni giovanili preferiamo il parametro economico a quello qualitativo e tendiamo a non prestare ancora la dovuta attenzione all’olio nei ristoranti. Ciò richiede impegno su tre livelli: culturale (che è sia capacità di raccontare quanto avviene nella produzione e distribuzione, sia formazione degli operatori della ristorazione), sensoriale ed emotivo.

Si rende necessaria la diffusione e quindi l’utilizzo nei ristoranti e nei luoghi di ristorazione della carta degli oli. Chef Emanuele Natalizio è stato tra i primi ad elaborarla, convinto che l’olio non sia solo condimento, perché ogni piatto ha bisogno del “suo” olio, così da esaltare il sapore dei cibi che accompagna. Motivo per cui in cucina preferisce evitare un’eccessiva elaborazione.

Per scegliere oli e combinazioni occorre una formazione seria degli operatori della ristorazione, sottolinea a più riprese il prof. Giancaspro, perché oggi più che mai si registra un consumo elevato di instant food, ovvero di cibo da consumare in fretta, spesso per mancanza di tempo da dedicare alla cucina. Tuttavia, proprio sul valore immateriale dell’olio bisogna far leva, imparando a raccontare e a fare in modo che ciò diventi reddito anche per le aziende. 

In questa maniera si acquisirà maggiore consapevolezza della qualità dei prodotti italiani, all’estero sempre molto apprezzati, come fa sapere Selena Pellegrini, che ben conosce le dinamiche di marketing internazionale e che di recente si è dedicata alla vendita dell’olio soprattutto nel Regno Unito.

Parole chiave per il successo di un prodotto oggi sono divertimento ed esperienza. Attraverso gli oli bisogna comunicare storie ed emozioni. Questo è anche l’intento dell’Olio Ciccolella.